Notte di capodanno

 

 

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Mangio due tartine a base di uova di caviale finto che mia moglie ha lasciato sul tavolo prima di fuggire dalle amiche per giocare a tombola. Ho ancora fame e allora sbrano due fette di panettone ricoperto di crema con i canditi alla frutta. Ho le mani tutte impastate di zucchero e cioccolato. Mi lecco le dita. Apro il frigorifero e stappo una bottiglia di spumante brut con tante bollicine, quello che ti fa venire il rutto col retrogusto amaro. Ho sete e bevo tracannando direttamente dalla bottiglia, tanto sono solo e non mi vede nessuno. Metto nel registratore una cassetta porno. E’ già a metà e la scena è quella in cui  lei sta facendo un pompino a lui che se la ride tutto soddisfatto. Avrò visto quella stessa scena già una dozzina di volte. Ho caldo. Esco in terrazzo a prendere un’ po’ d’aria. In lontananza si sentono i primi botti. Ormai manca meno di mezz’ora al nuovo anno. Decido di sparare quattro, cinque colpi, mirando alla macchina nuova del vicino. Faccio partire una gragnola di fuochi. Prima salgono di qualche metro fischiettando e poi fanno il botto, bello forte che sembra di essere a Bagbad. Non mi basta, voglio qualcosa di più forte. Allora vado a prendere una bomba che mi ha dato mio cognato. L’ha comparata dai cinesi per settanta euro. Accendo la miccia che comincia a prendere. C’è puzza di polvere da sparo. Si leva una nuvola di fumo. E poi una fiammata anomala. Non faccio in tempo a spostarmi. Mi brucia una mano. Che cazzo è successo? C’è del sangue. Mi guardo la mano. Uno, due, tre…E il mignolo e l’anulare? Kim, il mio cane, tiene in bocca qualcosa. Merda è il mio dito. Dammelo. Glielo strappo dai denti. E l’altro? Deve essere finito giù dal terrazzo. Devo correre al pronto soccorso. Mi fascio una mano con l’asciugamano. Il bagno fa schifo. Sangue dappertutto. La mano mi fa male. In soggiorno la cassetta porno continua ad andare avanti. I lamentosi mugolii di lei sono ora coperti dalle mia grida soffocate di dolore. Cerco la chiave della macchina. Mi infilo il giubbotto e scendo. Mezzanotte meno due minuti. Per le strade sembra di essere di giorno. Luci e fuochi e spari ovunque. Arrivo al pronto soccorso che ormai è già il 2009. Mi vergogno, mi sento di merda. Ma scopro che non sono solo. Ci sono dei bambini con le bende agli occhi. Dei padri allucinati e delle madri  con i vestiti bruciacchiati. Molte mani insanguinate. Mi viene incontro un giovane dottore. Tiro fuori da una tasca un fazzoletto tutto rosso di sangue. Gli mostro il dito staccato. Bravo, mi dice.  E l’altro? Non so. Fa niente, dice, quattro già bastano. Annuisco. Tempo un’oretta ed esco con la mano fasciata fino al gomito. Penso a quello stronzo di mio cognato. E a mia moglie che non vince mai a tombola. Il 2008 è stato proprio un anno di merda.